Conviene risparmiare ? l’appalto è davvero conveniente?

“Nel settore degli appalti sono numerosissimi i casi di cantieri in cui vengono applicati i contratti dei metalmeccanici, dei multiservizi, dei florovivaisti o dell’agricoltura. Il risparmio netto va dall’8 al 15% sulla paga base. In più le imprese risparmiano sui costi dell’Inail e sui contributi Inps. Il risultato è che alla fine, con il contratto dei multiservizi per esempio, il risparmio per le aziende è del 30%”, dati che preoccupano, come afferma il segretario della Filca[1] Stefano Macale. 

Benvenuti nel sistema del “dumping contrattuale”, che consiste precisamente nell’uso scorretto dei contratti diversi da quello del settore di appartenenze, come ad esempio per il settore edile, in cui un operario può essere inquadrato con un contratto da florovivaista ma che invece si ritrova a pavimentare le case dei terremotati, allo scopo di spendere di meno e risparmiare. Secondo Fillea-Cgil[2] un lavoratore su cinque svolge lavori edili ma è inquadrato sotto altri profili contrattuali, il vero problema infatti è che quel lavoratore risulta essere esposto più del collega edile agli incidenti, in quanto il primo non ha l’obbligo di fare corsi di formazione e prevenzione come invece i colleghi inquadrati in maniera “genuina”.

Dumping contrattuale

L’uso scorretto di queste forme contrattuali viene spesso perpetrato dalle aziende delle costruzioni (soprattutto nel subappalto). Una situazione che sta assumendo dimensioni preoccupanti, difatti questo modus operandi viene fatto per risparmiare ad esempio sulla busta paga del lavoratore, sui contributi Inps, sui premi Inail, ma cosa più allarmante anche sull’incolumità e la sicurezza del lavoratore stesso nei posti di lavoro.

La pratica processuale (espressa non ultimo anche nella sentenza del Consiglio di Stato n. 1571/2018[3], e di molte altre) evidenzia come il terreno fertile per la compressione dei diritti e la scarsa tutela dei lavoratori sia costituito oggigiorno: dalla scomposizione dell’impresa all’interno delle catene produttive, oppure dalla sua frammentazione organizzativa come ad esempio per appalti, subappalti, subforniture, consorzi, cessioni di rami di azienda, somministrazioni di manodopera, distacchi. In sostanza si determinano proprio qui le riduzioni delle tutele dei lavoratori, sia in termini di garanzia economica e normativa (inerente l’applicazione di contratti collettivi da parte delle imprese coinvolte nel collegamento negoziale); sia in termini di disparità di trattamento tra i lavoratori dipendenti delle diverse imprese; sia ancora in termini di diminuzione delle garanzie di sicurezza sul posto di lavoro.

Maggiori controlli?

L’assenza di un principio di parità di trattamento spinge ovviamente l’impresa appaltatrice a ricercare una riduzione dei costi attraverso una riduzione salariale; sicché al giorno d’oggi il sistema degli appalti è spesso spinto dalla ricerca del prezzo più basso, in cui però si cela la vera convenienza dell’operazione economica di esternalizzazione. Difatti la c.d. “rincorsa al ribasso”, quando non attuata mediante appalti inevitabilmente fraudolenti, produce anche effetti di scadimento complessivo dell’intero sistema e di selezione di operai qualificati, seri ed affidabili, che offrano cioè garanzie di un’attenta e responsabile gestione dei rapporti di lavoro, sotto il profilo retributivo, ma anche della sicurezza del lavoro. Forse occorrerebbero propriamente maggiori controlli (attualmente troppo pochi) infatti, il rischio per un’azienda di ricevere un’ispezione è pressappoco una ogni trenata anni[4], da qui forse si capisce anche il motivo per cui molte imprese sono disposti ad accettare tale rischio.

Esistono soluzioni?

Si. Esistono soluzioni che il nostro Studio mette a disposizione ai nostri Clienti.

Una prima soluzione è quella di proporre di “certificare” i contratti[5] di appalto per …la correttezza dell’inquadramento contrattuale.

Un’ulteriore soluzione che suggeriamo è precisamente la possibilità di usufruire anche della Contrattazione di II livello[6], che consente di gestire più flessibilmente gli orari di lavoro, di derogare al limite legale i contratti a tempo determinato, di ampliare la stagionalità e di detassare i premi di produzione. La contrattazione di II livello è alla base di un welfare aziendale che permette ulteriori risparmi fiscali e previdenziali per le aziende, nonché il notevole vantaggio di liberarsi dal vincolo di solidarietà negli appalti

La stipula dei Contratti di II livello permette alle aziende di potersi difatti “cucire addosso” il proprio contratto secondo le peculiarità aziendali.

Forse un delicato compito che dovrà svolgere il prossimo governo è quello di emanare una legge volta a chiarire in maniera inscindibile l’uso corretto della legge in tale ambito; dovrebbe inoltre chiarire la corretta applicazione della Contrattazione Collettiva di II livello in modo da tutelare al meglio non solo le imprese regolari, che rispettano le normative, ma soprattutto i lavoratori del settore. In altre parole dovrebbero redigere una legge il cui titolo dice tutto: “stesso lavoro, stesso contratto”. 

Compila la sezione contatti se hai un contratto di appalto da verificare, certificare o se hai necessità di trovare soluzioni alternative.

Esempio di contrattazione di II livello

Articolo a cura del Dott. Andrei Pollari

 

Note e riferimenti

[1] Federazione Italiana Lavoratori Costruzioni ed Affini.

[2] Federazione Italiana dei Lavoratori del Legno, dell’Edilizia, delle industrie Affini ed estrattive.

[3] Per la lettura della sentenza: http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato6775988.pdf.

[4] Parere espresso da Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea-Cgil.

[5] La certificazione dei contratti di lavoro è la volontà di richiedere a delle apposite Commisioni di certificazione dei pareri inerenti alla correttezza dell’inquadramento contrattuale stipulato tra le parti.

[6] Il contratto (o accordo) di II livello è una contrattazione siglata tra datore di lavoro e organizzazioni sindacali che permettono di derogare ai CCNL.